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Nelle Marche hanno creato una fattoria sociale con osteria per combattere le dipendenze

Ama Terra ad Ascoli Piceno è un bellissimo progetto di educazione al lavoro e reinserimento sociale nato più di 40 anni fa sulle colline delle Marche.

Può sembrare assurdo iniziare una storia di agricoltura parlando di droga, ma questa vicenda inizia nei primi Anni Ottanta, quando l’eroina si diffonde e miete vittime. In una di queste, quella di Ascoli Piceno, e più precisamente nel piccolo comune di Castel di Lama, proprio negli stessi anni nasce la Cooperativa Sociale Onlus Ama Aquilone per dare un sostegno e una casa ai giovani che soffrono il problema della tossicodipendenza.
Oltre quarant’anni dopo la cooperativa gestisce sette Case: comunità terapeutiche e strutture specialistiche per persone affette da tossicodipendenza, comunità educative e sportelli a supporto di persone con una dipendenza patologica da gioco d’azzardo e nuove tecnologie, e delle loro famiglie.

L’arrivo della fattoria sociale Ama Terra nelle Marche

Da questa esperienza, nel 2010 viene creata la bio fattoria sociale Ama Terra, un progetto di agroterapia che ha come pilastri il rispetto della biodiversità, l’attenzione ai prodotti del territorio e il consumo etico. “Abbiamo sempre guardato alla natura che circonda le nostre Comunità come a una grande opportunità che stava lì ad attenderci: con le fioriture, i germogli, il suo “spogliarsi”, l’ambiente naturale contiene in sé la meraviglia; avere davanti agli occhi questo, è già terapeutico.” Racconta così la nascita di Ama Terra a CiboToday Francesco Cicchi, presidente e fondatore della Cooperativa Ama Aquilone, che ha dato origine al progetto. “Così, fin dai primi anni, abbiamo deciso di introdurre per gli ospiti di Casa Ama, la nostra struttura terapeutica più grande, un settore legato al lavoro della terra: inizialmente si trattava di piccole attività che, man mano, sono diventate sempre più strutturate”.

Trasformare la dipendenza in un motore per fare cose buone.

Ama Terra diventa così un progetto in cui gli ospiti delle strutture della Cooperativa possono trovare un impegno utile per il loro percorso di recupero. Per Francesco Cicchi infatti “il lavoro è intimamente legato al concetto di dignità dell’umano essere. Lavorare a contatto con la terra, nello specifico, aiuta ad acquisire quel senso sano della fatica che c’è dietro a ogni cosa. Pensiamo, ad esempio, al vino che, da strumento di sballo, diventa per i nostri ragazzi il frutto ultimo di un impegno che inizia mesi prima, con la cura dei vigneti e la vendemmia. Attraverso la terra i nostri ospiti recuperano la qualità del tempo, che non è più accelerato come quello della dipendenza dalla sostanza, che brucia freneticamente l’attimo, ma è fatto di attese, di gioia condivisa, ma anche di frustrazione, quando una gelata improvvisa rovina tutto”.
Ma Ama Terra è anche formazione pensata per il reinserimento socio-lavorativo. Gli ospiti della Cooperativa sono infatti affiancati da esperti maestri d’opera che trasmettono loro conoscenze e competenze del lavoro agricolo. Nella fattoria, ci si alterna in settori differenti, dall’agricoltura biologica alla zootecnia allo stato semibrado, dall’apicoltura alla preparazione di trasformati biologici, specialità gastronomiche e prodotti da forno, fino alla norcineria. “Abbiamo iniziato con le confetture, realizzate con una preparazione innovativa che non cuoce la frutta, ma la concentra, così da permettere al colore e al gusto di restare inalterati. Avere degli standard qualitativi elevati, per noi è stata da subito una priorità”.

Cosa fa Ama Terra: mulino, osteria, marmellate.

Negli anni il progetto cresce: viene costruito un mulino in pietra per la molitura dei grani antichi e una cantina per la vinificazione. Apre poi l’Osteria in cui “l’esterno” può entrare per degustazioni, eventi enogastronomici, pranzi e cene che diventano momenti di incontro e di scambio di esperienze. Con le parole di Francesco Cicchi “È importante che la terra sia una terra d’incontro, soprattutto per le realtà che, come la nostra, si fanno carico delle fragilità umane: il dialogo è l’unico terreno fertile per andare oltre lo stigma, il preconcetto, la disinformazione”. Oggi i prodotti di Ama Terra vanno dai vini all’olio, dalla pasta alla farina, dai sott’oli alle passate, e poi miele, confetture, norcineria. I vini, ad esempio, sono i masterpiece del territorio, su tutti, Rosso Piceno, Rosso Marche, Pecorino e Passerina. Le paste, di semola di grano duro Senatore Cappelli.

Dietro ogni prodotto della terra, la centralità delle persone

Sono tante le storie che sono passate tra i filari e i terreni di Ama Terra, alcune di queste, forse le più rappresentative, danno i nomi ai loro vini: c’è “Pietra”, pseudonimo di una bambina abbandonata da sua madre che Ama Aquilone ha protetto e tenuto nelle sue strutture prima che la legge facesse il suo corso e la destinasse altrove; c’è “René”, un clochard della zona che Francesco chiama “maestro di vita”; c’è “Il Topo”, un’”indimenticabile presenza della Cooperativa”. Forse il miglior modo per ricordare che “Dietro a ogni prodotto Ama Terra c’è sempre la centralità della persona”.

Articolo da: CiboToday