Una delle grandi sfide di Ama Terra nata da una delle costole della Cooperativa Sociale Onlus Ama Aquilone, fondata nel 1983 come comunità di accoglienza a sostegno di persone fragili, è la coltivazione di vigneti pregiati e la produzione di cinque etichette. Una produzione “limitata”, ma di grande spessore e qualità rappresentata da tre vini biologici certificati: Il Topo, Marche Syrah 2020 Rosso; Pietra, Offida Passerina Bianco; Aquilone, Offida Pecorino 2020 Bianco insieme a AMA, Piceno Doc Superiore 2018 Rosso Sangiovese, Montepulciano e RENÉ, Marche Sangiovese 2018 Rosso. Ama Terra porta con sé tutta l’esperienza di un progetto etico e di vita nato per dare accoglienza a persone in difficoltà, impegnandosi per il loro recupero e reinserimento sociale e professionale attraverso la pratica al lavoro, la coltivazione degli oltre quaranta ettari di terra e la produzione di materie prime trasformate in prodotti biologici di altissima qualità, nel solco delle tradizioni locali.
Un vino speciale come esprime già il suo particolare nome dedicato a Gabriele Novi uno dei primi ospiti della comunità terapeutica, soprannominato appunto il topo. Un’esistenza da emarginato, era entrato a far parte della comunità sperando di superare i suoi problemi e ridare un senso alla sua vita. Ci riesce e poi, invece di andarsene, decide di restare, diventando un punto di riferimento e un confidente per tutti gli altri ospiti. Il Topo, 100% Marche Syrah, è l’etichetta di punta e l’ultima nata, un rosso biologico certificato in produzione limitata di 720 bottiglie numerate. Un vino schietto e diretto, un Syrah eccezionale il cui spessore gusto olfattivo è favorito dal clima mite delle dolci colline picene delle Marche. Un nettare pregiato rosso rubino intenso, robusto e vellutato al palato, dal tannino gentile e dagli aromi intensi di frutti rossi, ciliegia, lampone e mora, spezie, pepe nero, grafite, tabacco.
Una bio fattoria sociale tra le colline di Ascoli è il posto migliore dove provare questo imperdibile pairing. Un luogo magico, dove il recupero dalle dipendenze non contempla barriere e isolamento. Tanto da realizzare ogni anno, a inizio luglio, un open festival di teatro
Ci sono dei luoghi che ti entrano nel cuore. Ama Terra è uno di quelli. E non soltanto per i sapori che ti permette di provare, come l’imperdibile abbinamento tra le olive ascolane fatte in casa, nel laboratorio dove a preparare queste delizie – talmente buone che in centro ad Ascoli c’è chi ha deciso di friggere al momento quelle di Ama Terra – sono gli ospiti della comunità per persone svantaggiate (principalmente per il recupero dalle dipendenze), e il vino tipico del sud delle Marche. Ok i sapori, ma qui si viene anche e soprattutto per i saperi, per la sensibilità che questa comunità ha nei riguardi dell’ambiente che la ospita e che le offre la possibilità di un riscatto insieme alla terra. La scelta dell’agricoltura biologica è una conseguenza naturale di questo rispetto, che vige tra le persone all’interno e si manifesta verso l’esterno. Siamo scesi a Castel di Lama, provincia di Ascoli (ma in realtà si sale, perché qui è collina), con l’idea di dover affrontare le solite difficoltà che si vivono in una cooperativa sociale dove uno dei temi centrali è la tossicodipendenza. Si tratta di realtà dove la regola è l’isolamento, il controllo in entrata e uscita… Qui invece è tutto aperto. Al punto che, ogni anno, Ama Terra organizza un festival di teatro con grandissimi nomi del panorama attoriale e lo fa come lo si farebbe altrove, senza muri da superare, senza serrature da forzare. E senza distinzione tra ospiti ed esterni. Perché, come ci ha raccontato il fondatore e presidente della comunità, Francesco Cicchi: “I nostri ragazzi non possono vivere dentro una campana di vetro, in un luogo chiuso dove c’è una cura. Noi non li curiamo. Noi insegniamo che devono essere loro a prendersi cura di se stessi, mettendo al centro della scena la dignità umana e non la coercizione”.
CHI CURA LA TERRA CURA SE STESSO
Ama Terra è una Bio Fattoria Sociale. Nasce ufficialmente nel 2010, ma questa storia ha radici più antiche, che risalgono agli anni Ottanta. Nel 1981 nasce l’associazione Ama, successivamente inglobata in Ama Aquilone per fusione tra due diverse realtà: la prima si occupava esclusivamente di recupero dalle tossicodipendenze, la seconda di persone svantaggiate in senso più ampio. La via dell’integrazione, fin dall’inizio, è stata individuata nel lavoro. “Avevamo i laboratori per la lavorazione del cuoio, per il restauro, per il vetro. Le occupazioni possibili non mancavano, ma io continuavo a guardare la terra coltivata a orzo, grano, qualche vigna la cui uva veniva conferita alla cantina sociale. C’erano molti ettari non curati, tenuti a pascolo, e io mi chiedevo che senso avesse tenere così una simile ricchezza” racconta Cicchi. Non fu semplice spostare l’asse delle attività dai servizi alla persona fino all’agricoltura, ma dopo un lungo confronto interno si capì che quella era la strada giusta. Del resto, per chi deve imparare a prendersi cura di sé, è importanre iniziare prendendosi cura della natura, osservando che a determinate cure corrispondono risultati talvolta immediati. Il punto di partenza fu il metodo bio, per tornare alle radici del proprio essere. Arrivarono gli ortaggi, gli animali, la trasfomazione della frutta in marmellate e conserve. “Ma io avevo la fissa del vino… e non mi spiego il perché, visto che sono astemio… la mia era una fissazione quasi immaginifica e ancestrale”. La vigna vera e propria non c’era, ma presto si presentò l’occasione: due ettari di terreno all’asta, già coltivati a vigneto, e la miglior offerta fu quella della cooperativa. Così, da quelle uve, nacque il primo vino, una Passerina: ecco Pietra, prima annata 2016. Oggi gli ettari vitati sono tre e mezzo, più altro mezzo che verrà impiantato in autunno, per un totale di 25mila bottiglie potenziali. E dal 2021 Ama Terra ha iniziato a venderlo non solo nelle Marche, ma anche fuori regione grazie anche alla prima partecipazione a Vinitaly, dove quest’anno è tornata a esporre dopo un passaggio a Slow Wine. Le etichette sono cinque, tra cui il top di gamma che dire top è quasi dire il nome del vino… visto che si chiama Il Topo (Syrah bio in purezza). Ma il preferito di chi vi scrive, indubbiamente, è René, 100% Sangiovese.
L’ACCOGLIENZA IN AZIENDA
Tra i progetti in cantiere c’è la nuova cantina, ma non solo. Con il terremoto del centro Italia, che nell’Ascolano ha picchiato duro, è crollata una vecchia casa colonica (di fine Settecento) e Ama Terra è riuscita a ottenere un finanziamento per ricostruirla dov’era e com’era. “In quell’edificio concretizzeremo il nostro progetto di turismo sociale” ci anticipa Cicchi. I tempi di conclusione dei lavori sono stimati in due anni. Arriveranno le camere per i turisti e si completerà la visione di una comunità terapeutica aperta a chi vuole visitare il territorio, conoscere le sue tradizioni, assaporare i suoi prodotti tipici e parlare con gli ospiti della comunità. Esattamente come già oggi accade durante tutto l’anno e in particolare, all’inizio di luglio, durante Ama Festival, quando Ama Terra diventa location di spettacoli ed eventi. “C’è tanta gente, c’è aria di festa e questo non ci preoccupa. In una comunità aperta non esistono barriere. Chi ha scelto di uscire dalla droga non deve essere recluso, deve essere accompagnato. E la costruzione del percorso si fa giorno per giorno, perchè non esistono verità assolute. Non diamo risposte, ma sappiamo farci domande. E questo vale per la terapia così come per l’agricoltura, che è innanzitutto una ricerca”.
I PRODOTTI DA DEGUSTARE
In attesa che venga completato l’edificio, Ama Terra offre già qualcosa per l’ospitalità. Al suo interno c’è l’Osteria sociale, un luogo che rappresenta l’incontro fra il lavoro della terra e la convivialità fra persone. Qui si possono gustare i prodotti che la fattoria propone, coerentemente con la sua filosofia: ha ottenuto la certificazione plastic free e i suoi prodotti, esclusa la norcineria artigianale e il miele, sono certificati bio. Le cose più gustose? In vetta, per me, c’è il pane di Mirco, che è davvero speciale, risultato di grani antichi selezionati macinati all’interno del laboratorio secondo la tradizione delle antiche macine francesi, impastato con lievito madre e cotto nel forno a legna. E poi i sottoli preparati con le verdure dell’orto bio, le confetture, l’olio bio ottenuto da lavorazione a freddo delle olive coltivate in loco, la norcineria, il miele e naturalmente lei, la specialità del territorio che fa gola a tutti: l’oliva all’ascolana, preparata con gli ingredienti a km zero della cooperativa. Ottima in abbinamento con il Pietra, ma anche con il Piceno Superiore Ama. Ad ogni modo, i vini hanno uno stile che li rende dei veri e propri jolly in abbinamento perché, come ci racconta Massimo Urriani (enologo e direttore di Ama Terra): “Sangiovese, Montepulciano, Passerina e Pecorino sono i vitigni che identificano la nostra zona e noi vogliamo che emergano le loro vere caratteristiche. C’è un grande rispetto del territorio e della tipicità nei vini che produciamo”.
APPUNTAMENTO AL 2-3 LUGLIO
Ecco dunque l’occasione, a stretto giro, per visitare Casa Ama. Il 2-3 luglio si terrà la settima edizione di Ama Festival e sul palco saliranno Vittorino Andreoli, Giuseppe Frangi, Guido Catalano, Roberto Mercadini, Lucrezia Ercoli. Si tratta della settima edizione e sarà l’occasione per festeggiare il 40° anno della comunità, evento previsto per il 2021 e saltato causa pandemia. Il programma completo è disponibile nel sito ufficiale dell’evento.
Ama Terra ad Ascoli Piceno è un bellissimo progetto di educazione al lavoro e reinserimento sociale nato più di 40 anni fa sulle colline delle Marche.
Può sembrare assurdo iniziare una storia di agricoltura parlando di droga, ma questa vicenda inizia nei primi Anni Ottanta, quando l’eroina si diffonde e miete vittime. In una di queste, quella di Ascoli Piceno, e più precisamente nel piccolo comune di Castel di Lama, proprio negli stessi anni nasce la Cooperativa Sociale Onlus Ama Aquilone per dare un sostegno e una casa ai giovani che soffrono il problema della tossicodipendenza. Oltre quarant’anni dopo la cooperativa gestisce sette Case: comunità terapeutiche e strutture specialistiche per persone affette da tossicodipendenza, comunità educative e sportelli a supporto di persone con una dipendenza patologica da gioco d’azzardo e nuove tecnologie, e delle loro famiglie.
L’arrivo della fattoria sociale Ama Terra nelle Marche
Da questa esperienza, nel 2010 viene creata la bio fattoria sociale Ama Terra, un progetto di agroterapia che ha come pilastri il rispetto della biodiversità, l’attenzione ai prodotti del territorio e il consumo etico. “Abbiamo sempre guardato alla natura che circonda le nostre Comunità come a una grande opportunità che stava lì ad attenderci: con le fioriture, i germogli, il suo “spogliarsi”, l’ambiente naturale contiene in sé la meraviglia; avere davanti agli occhi questo, è già terapeutico.” Racconta così la nascita di Ama Terra a CiboToday Francesco Cicchi, presidente e fondatore della Cooperativa Ama Aquilone, che ha dato origine al progetto. “Così, fin dai primi anni, abbiamo deciso di introdurre per gli ospiti di Casa Ama, la nostra struttura terapeutica più grande, un settore legato al lavoro della terra: inizialmente si trattava di piccole attività che, man mano, sono diventate sempre più strutturate”.
Trasformare la dipendenza in un motore per fare cose buone.
Ama Terra diventa così un progetto in cui gli ospiti delle strutture della Cooperativa possono trovare un impegno utile per il loro percorso di recupero. Per Francesco Cicchi infatti “il lavoro è intimamente legato al concetto di dignità dell’umano essere. Lavorare a contatto con la terra, nello specifico, aiuta ad acquisire quel senso sano della fatica che c’è dietro a ogni cosa. Pensiamo, ad esempio, al vino che, da strumento di sballo, diventa per i nostri ragazzi il frutto ultimo di un impegno che inizia mesi prima, con la cura dei vigneti e la vendemmia. Attraverso la terra i nostri ospiti recuperano la qualità del tempo, che non è più accelerato come quello della dipendenza dalla sostanza, che brucia freneticamente l’attimo, ma è fatto di attese, di gioia condivisa, ma anche di frustrazione, quando una gelata improvvisa rovina tutto”. Ma Ama Terra è anche formazione pensata per il reinserimento socio-lavorativo. Gli ospiti della Cooperativa sono infatti affiancati da esperti maestri d’opera che trasmettono loro conoscenze e competenze del lavoro agricolo. Nella fattoria, ci si alterna in settori differenti, dall’agricoltura biologica alla zootecnia allo stato semibrado, dall’apicoltura alla preparazione di trasformati biologici, specialità gastronomiche e prodotti da forno, fino alla norcineria. “Abbiamo iniziato con le confetture, realizzate con una preparazione innovativa che non cuoce la frutta, ma la concentra, così da permettere al colore e al gusto di restare inalterati. Avere degli standard qualitativi elevati, per noi è stata da subito una priorità”.
Cosa fa Ama Terra: mulino, osteria, marmellate.
Negli anni il progetto cresce: viene costruito un mulino in pietra per la molitura dei grani antichi e una cantina per la vinificazione. Apre poi l’Osteria in cui “l’esterno” può entrare per degustazioni, eventi enogastronomici, pranzi e cene che diventano momenti di incontro e di scambio di esperienze. Con le parole di Francesco Cicchi “È importante che la terra sia una terra d’incontro, soprattutto per le realtà che, come la nostra, si fanno carico delle fragilità umane: il dialogo è l’unico terreno fertile per andare oltre lo stigma, il preconcetto, la disinformazione”. Oggi i prodotti di Ama Terra vanno dai vini all’olio, dalla pasta alla farina, dai sott’oli alle passate, e poi miele, confetture, norcineria. I vini, ad esempio, sono i masterpiece del territorio, su tutti, Rosso Piceno, Rosso Marche, Pecorino e Passerina. Le paste, di semola di grano duro Senatore Cappelli.
Dietro ogni prodotto della terra, la centralità delle persone
Sono tante le storie che sono passate tra i filari e i terreni di Ama Terra, alcune di queste, forse le più rappresentative, danno i nomi ai loro vini: c’è “Pietra”, pseudonimo di una bambina abbandonata da sua madre che Ama Aquilone ha protetto e tenuto nelle sue strutture prima che la legge facesse il suo corso e la destinasse altrove; c’è “René”, un clochard della zona che Francesco chiama “maestro di vita”; c’è “Il Topo”, un’”indimenticabile presenza della Cooperativa”. Forse il miglior modo per ricordare che “Dietro a ogni prodotto Ama Terra c’è sempre la centralità della persona”.
“Il Topo” è l’ultimo nato tra i vini (Piceno Superiore “Ama”, Offida Passerina “Pietra”, “Renè”, Sangiovese e Offida Pecorino “Aquilone”) della Bio Fattoria Sociale “Ama Terra”, brand marchigiano nato da una delle costole de La Cooperativa Sociale Onlus “Ama Aquilone” (dedita all’accoglienza di persone “fragili”), fondata nel 1983.
Più che un marchio, Ama Terra è un progetto etico e di vita che parte dal rispetto dell’uomo e del territorio e che si fonda sull’idea dell’importanza del lavoro quale mezzo per elevare la dignità umana.
Era il 2010 quando la cooperativa ha avviato un sistema di agricoltura biologica, che potesse coinvolgere gli ospiti della comunità terapeutica Ama Aquilone attraverso l’acquisizione di competenze di orticoltura, viticultura, apicoltura e preparazione di trasformati biologici ed allevamento. Nel 2013 nasce il marchio Ama Terra, che oggi produce ortaggi freschi e trasformati, di olio, farine, vino, miele e polline, ecosostenibili e certificati, promuovendo il consumo cosciente, la salvaguardia del territorio e delle sue coltivazioni oltre all’etica sociale del lavoro, dando un’opportunità di lavoro per persone considerate “a basso potere contrattuale”.
Il Topo 2020, Syrah in purezza, profuma di vaniglia e cardamomo, poi cassis, amarena, cacao e lievi accenni di confettura di lamponi. Dal sapore deciso, corposo, caldo ma non pesante, ha finale di grande lunghezza.
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